La Valle d'Itria

Una delle aree pugliesi di maggiore attrazione turistica, nonché uno dei paesaggi più belli della nostra Puglia, è la meravigliosa Valle d'Itria, cuore della Murgia dei trulli, il cui comprensorio abbraccia le cittadine di: Locorotondo, Martina Franca, Alberobello, Cisternino e Ceglie.
Splendida conca carsica (a causa della natura calcarea delle rocce locali), sull'incantevole altopiano delle Murge sud-orientali, la Valle d'Itria è pregna di storia, cultura ed arte.

Una distesa verde costellata dalle tipiche ed antiche costruzioni coniche, i famosi "trulli", e da una grande varietà di muretti a secco che cingono piccoli vigneti, nonché da bianche fabbriche di alcune masserie, antiche lame e altrettante piccole valli sempre verdeggianti.
Il medievale sito monastico di Santa Maria d'Itria o Idria sorgeva ai limiti dell'agro monopolitano (territorio di Monopoli) e, costituiva uno dei beni posseduti dai Basiliani di Casole (o del famoso cenobio di San Nicola di Casole, fondato nel 1099 dal monaco greco Giuseppe, sotto la regola di S. Basilio, in Terra d'Otranto).

Di modesta superficie, rispetto a quella del feudo di Sant'Angelo de Grecis (Terra di Bari, territorio di Monopoli), anch'esso di dipendenza del monastero basiliano di S. Nicola di Casole, l'insediamento basiliano di S. Maria d'Idria era concentrato in una chiesa rupestre (1200), in locali adibiti a grancia ed una contigua cappella-grotta, nominata Santa Maria d'Itria, nella quale era venerata, in un affresco tardo bizantino, la Madonna Odegitria (guida dei viandanti).
Esigue, sono le tracce archeologiche del sito, come anche quelle documentali, fatta eccezione per alcune notizie riportate nell'opera, "Istoria Cronologica di Martina", di Isidoro Chirulli.

Oggi il sito consta di un Convento dei Cappuccini, con l'annessa e omonima Chiesa e un attiguo "Villaggio del Fanciullo" (realizzato per volere del Dott. Alfonso Motolese).
Impreziosiscono il paesaggio della Valle d'Itria le antichissime chiese di San Donato e della Provvidenza, piccola chiesa diruta, risalente al 1561 (a quella epoca, denominata "Santo Antonio seu de Padua") che fu restaurata grazie ai contributi dei fedeli e dedicata a Santa Maria della Provvidenza, dalla fine del sec. XVII.

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